Se il governo Usa riduce-ritira il controllo-tutela sulle istituzioni che finora hanno orchestrato lo sviluppo del web, il futuro di internet sarà più rosa o più nero?
A una settimana dalla chiusura dell'IGF di Istanbul, 9° Forum sulla
Governance Mondiale di Internet ... nel 13° anniversario
dell'11.9.2001 ... all'indomani della decisione del Presidente Barack
Obama di attaccare ISIS, dovunque essa sia ... e a ridosso delle
mischie ucraine, è inevitabile porsi una domanda. Le trattative
sulla Governance Mondiale di Internet - che di certo intereagisce con
il bipolo Pace/Guerra nel mondo - quanto pesano sul Futuro? La
risposta è : molto più di quanto si è creduto finora ma bisogna
seguire la partita. Perchè ?
Comunque a Istanbul, e nei giorni seguenti grazie ad alcuni
interventi al Senato USA, si è chiarita la scommessa più grossa :
se il governo Usa riduce-ritira il controllo-tutela sulle
istituzioni che finora hanno orchestrato lo sviluppo del web, il
futuro di internet sarà più rosa o più nero? Ovvero : l'accesso
per tutti verrà accelerato o si aprirà la stagione del web dei
ricchi e del web dei poveri? Le libertà potranno ancora essere
difese apertamente? La neutralità (anche se attualmente "imperiale")
sarà ancora garantita? La parola "Diritti" avrà ancora un
valore sostenibile? Oppure i Governi di Stati quali Cina, Russia,
Iran, Turchia, Siria, etc... sfrutteranno il vuoto di potere per
censurare a morte le opposizioni e le diversità sociali interne ai
loro territorii ? Se il Governo Usa riduce "la tutela"
sulla Rete, tutela che finora ha esercitato quale "mandante",
prevalentemente attraverso la sua "mandataria" ICANN,
avremo ancora modo di seguire su Youtube le vere-false rivolte
popolari? Potremo ancora comprare su Ali Baba (il più grande
soggetto di e-commerce del pianeta originato in Cina) ? Chi tutelerà
le transazioni oggi poste sotto l'ombrello Pay-pal? Sarà ancora
possibile difendere i diritti dei gays anche in quelle aree del
pianeta dove l'omofobia dilaga ? E così via...
Perchè l'immensa cubatura di proposte, negoziati e rapporti
diplomatici, che va sotto il nome di "Dialogo sulla Governance
di Internet" rischia di diventare un Mondiale di Calcio dove
ogni giocatore può cambiare casacca ad ogni partita, mentre le
squadre accettano scommesse al mercato nero delle diverse
Intelligences.

Come si è arrivati a questa scommessa, che suona come "dei 2
chi butti dalla Torre" ? La storia è inevitabilmente lunga :
cerchiamo di ricostruire i passaggi fondamentali.
Sin dalla prima metà degli anni 90 Clinton e Gore si rendono conto
che il governo dell'Era Digitale sarebbe stato un fattore altamente
strategico per ogni questione planetaria. Lo hanno capito per primi,
forse non loro personalmente, ma certamente i loro consulenti :
l'inarrestabile flusso di bits e bytes che oggi 3 miliardi di persone
trattano in forma di testi, immagini fisse e in movimento, suoni e
grafica, sarebbe diventato per le utenze domestiche e d'affari come
l'acqua che esce dai rubinetti, come la luce che arriva dalla rete
elettrica, come il gas per cucinare e scaldarsi ... quindi bisognava
produrre una serie di norme.
I due recuperano due Trattati del 1996, scritti e approvati
dall'Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, li
"implementano" e l'8.10.1998 fanno partorire al Senato USA
la prima vera Legge Imperiale contemporanea : il DMCA. La
definizione, Digital Millennium Copyright Act la dice lunga : stava
per cominciare il primo "Digital Millennium" e mentre gli
europei si dedicavano a fare la UE, gli americani si preoccupavano di
come gestire e orientare il Futuro del Globo. Per non sforzarsi
troppo, o forse per cieca fiducia negli alleati, il 22 maggio 2001 la
UE approva una Direttiva Europea sul Copyright che, secondo qualcuno:
"è molto simile"; secondo altri: "è una fotocopia"
del DMCA. Bene, a questo punto l'Area Transatlantica del Pianeta è
"normata" per consenso espresso, le altre aree si adeguano.
Lo hanno fatto per anni. Ora non vogliono farlo più.
Fase 2: bisognava giungerealla creazione delle strutture di
Governance. Il timone lo prende in mano il Ministero del Commercio
USA e compie due operazioni veramente epocali. Innanzitutto pone al
centro del modello di governance la Teoria degli Stakeholders. Di che
si tratta ? Nel 1984 con il libro A
stakeholder approach on modern corporation: the kantian capitalism,
si definiscono stakeholder "tutti i soggetti che possono
influenzare oppure che sono influenzati dall'impresa". Oggi, la
definizione, applicata a Internet, ha subito modifiche. Sono
stakeholders tutti i Soggetti aventi interessi "attivi"
(qualcuno aggiunge anche "passivi") nella Rete. In sintesi
: i Governi, il Settore Privato (inteso quale cartello delle
Corporations) , le Comunità tecnologiche (scienziati, centri di
ricerca , etc...), le Accademie e la Società Civile ( per esempio :
Amnesty International, The Internet Society, Acces Now, etc...). Ci
sono poi le Intergovernamental Organizations che si spalmano tra
Governi e Società Civile ... all'abbisogna.
Internet era dunque considerata "un'impresa"
e come tale bisognava trattarla. Soprattutto: la sua Governance e le
sue regole di funzionamento non dovevano essere emanate nè dal
Governo Usa, nè da alcun altro Governo ma, appunto, dagli
Stakeholders. Il punto cruciale era che (impeccabilmente?) il Governo
Usa, pur essendo "mandante", rinunciava al voto e impediva
a qualsiasi altro Governo di votare. Motivo ? Non "ricadere"
negli errori compiuti all'interno delle Agenzie Onu e in primis
differenziare la nuova struttura operativa dall'ITU - International
Telecommunication Union.
Dopo una serie di mosse tattiche tutte interne
agli USA (il Dipartimento della Difesa fece un passo indietro, scese
in campo la Stanford University, il Ministero del Commercio raccolse
pareri favorevoli, si fecero accordi con la potente Internet
Engineering Task Force e altri influenti soggetti del mondo
tecnologico) finalmente, il 30 settembre 1998 venne concepita ICANN
(Internet
Corporation
for Assigned
Names and
Numbers),
un ente internazionale con sede in California. Si sapeva che era
un'emanazione del Ministero del Commercio ma ... tant'è, vestita da
Istituzione "indipendente, no profit, technologically correct,
equidistante, etc..." ICANN comincia a svolgere decine e decine
di funzioni delicatissime e appare alla masse dei netizens quale
Anagrafe del Web, avente facoltà di "battezzare" e
conferire nomi e dominii. Per capirci : i famosi ".com, .net,
.org" etc... nonchè i domini nazionali ".it, .fr, .uk"
e quelli che in seguito saranno denominati di secondo livello.
Insomma : "Qualcuno lo doveva fare" . I suoi sostenitori
non amano definirla un'Anagrafe ma piuttosto le Pagine Gialle. Sempre
i suoi sostenitori affermano ( ed è molto difficile smentirli perchè
non si possono fare paragoni ) che ICANN è stata assolutamente
efficiente e che senza di lei il Web sarebbe molto peggio di quello
che è.
Nel 2006 il Governo degli Stati Uniti ha rinnovato
per altri cinque anni il contratto con ICANN . A settembre dello
stesso anno viene invece attestata, attraverso un documento
definitivo, la supervisione da parte del Dipartimento
del Commercio degli Stati Uniti
su tutte le operazioni.
Cerchiamo di capirci: ICANN non è la Spectre o la
Casa dei Cattivi, come qualcuno la definisce specialmente nei paesi
dei BRICS, ma certo è la Casa dei Controllori. Una Casa di
Controllori "controllata", volendo giocare con le parole si
può ben dire "tutelata". E' comunque un luogo
strategicamente importante all'interno del quale il dibattito è
sostenuto, auspicato ed è in massima parte trasparente. L'etica di
ICANN è difendibile ? Sì, certo. Come quella del FMI, della WTO,
della World Bank. E infatti: si può dire che ICANN è un pezzo del
Washington Consensus ? Sì! E questo è il problema che rimanda oggi
alla transizione e alla scommessa suoi suoi esiti .
Negli ultimi anni infatti, mentre si svolgeva un
estenuante ma diplomatico braccio di ferro con la ITU , Agenzia
dell'ONU di Ginevra , l'ICANN è stata oggetto di molte inevitabili
contestazioni (nel 2007 venne anche accusata di tollerare alcune
frodi). Tra le principali critiche si rinvengono quelle di grandi
nazioni, quali la Cina, che dicevano: "Perchè dovremmo chiedere
al Ministero del Commercio USA l'assegnazione dei nomi e domini che
ci riguardano ?" Domanda lecita, che sollevava però problemi di
"transizione di ruolo e facoltà ". Al dunque, invece
dell'ICANN, si cominciava ad ipotizzare un'altra (diciamo) Authority
. Sì. Ma quale ? Dove ? E soprattutto finanziata da chi ? Queste
domande, che sono tuttora sul tavolo, si sono trascinate per anni, da
un IGF all'altro, fin quando non sono comparsi sulla scena due
personaggi che hanno/stanno cambiando la storia di internet ( e non
solo) : Mr. Assange e Mr. Snowden . Un po' a causa dell'uno, un po' a
causa dell'altro, il Re è apparso Nudo: "il Governo USA, anche
grazie al ruolo di ICANN, fa quello che gli pare ? Controlla
addirittura le conversazioni dei Primi Ministri ? Non va bene?"
A questo punto, nella primavera dell'anno scorso è
sceso in campo il presidente del Brasile, M.me Dilma Roussef . Ha
convocato a San Paolo il Net Mundial, un forum alternativo agli IGF,
che da sempre sono organizzati dall'ONU e in quella sede, tra le
molte questioni è venuta fuori con forza l'esigenza della
"transizione" della Governance: da ICANN ad un altro
soggetto. Non solo: il Brasile ha varato una sua Legge: il "Marco
Civil da Internet" che va a scompaginare i precedenti assetti
normativi. Si è costituito allora un Advisory Board di 55membri che
discutono e si incontrano incessantemente per trovare la quadra .
Torniamo ora al recente summit IGF di Istanbul.
Qui "SEMBREREBBE", il condizionale è d'obbligo, che una
parte del Governo USA abbia accettato di trasferire le facoltà
ICANN, e dell'arcipelago a lei collegato, ad un altro Ente
Internazionale .
E' cominciata pertanto una specie di operazione
chirurgica, in cui l'intero corpo della Rete giace a cuore aperto in
una sala operatoria senza confini, in attesa che si trapianti un
nuovo cuore. La scelta, sebbene al condizionale, ha smosso però una
immensa zona di interessi soprattutto di una parte del Governo USA e
dei lobbisti del Settore Privato "Over the Top", che si è
messa a battere i piedi : "Attenti ! Dopo ICANN il diluvio ...
se il nuovo Ente consente poteri e/o ingerenze dirette ai Governi
autoritari e integralisti sarà la fine di questa Internet e le cose
andranno molto, molto peggio" . Che dire ? In estrema sintesi :
è meglio continuare ad essere controllati dalla NSA in una Internet
Nato-liberal-liberist ? Oppure rischiare di avallare la costruzione
di gulag digitali in altri territori lontani ma ormai sempre più
idealmente vicini a noi globalizzati ?
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